VIMINAL
STORY
(scritto
il 17-6-2005)
Nel giugno 2002
dopo le due settimane orripilanti di tortura finale biellese (12-26 maggio
2002), a Livorno, un leit-motif ripetutamente “giocato” dai nazisti torturatori
era simulare identità non loro (di sinistra) che !accusavano” me (!!!) di avere cadaveri nell’armadio dei
sotterranei del Viminale !!! In
perfetta tecnoca torturatoria sionista, cercavano di farmi pensar male ai
compagni cui invece avevo inviato un telegramma (bloccato dalla direzione
biellese ed inviato in Procura) in cui li informavo del pestaggio davanti alla
matricola alla partenza da Biella.
Parlavano di
“sotterranei” del Viminale e di “carte da bruciare” (???) come se io all’epoca
avessi saputo qualcosa di cose strane che avrebbero, (dettomi invece questo da
un boss della mala torinese a Opera nel 1996-1997), legato Giovanni Senzani al
Viminale (di queste calunnie si sa che le han giocate sin dal 1982 proprio allo
scopo di diffamarlo, ma è vero che Wotta Sitta si giocò una specie di
silenziosa soluzione politica portandosi fuori tutti quanti gli aderenti nel
giro di pochi anni -1995-1999-). In
realtà di queste cose non ne sapevo nulla, sino a quando negli ultimi anni di
carcere, ma già sotto la tortura del controllo mentale, venni a sapere di
Accame e Silvestri, Fragomeni e altri, e del SISES, tanto che ne informai la
sinistra rivoluzionaria e i miei avvocati). Ma nel giugno 2002 di queste cose
non sapevo nulla, e per questo mi torturarono di più, erano sicuri che dovevo
saperne qualcosa. Nelle allucinanti loro versioni psico-teatral-drammatiche,
uno dei leit-motif era che avrei dovuto incendiare queste carte, e che queste
carte erano nella stessa cartella clinica. Capii molto dopo che avevano capito
che avevo capito che nella cartella clinica mancavano 84 fogli su 110 della
cartella del cto di Torino, e attraverso lo psicodramma volevano farmi
dimenticare la cosa, infatti la ricordai molto dopo, dopo circa un anno
(25-5-02 Biella infermeria colloquio con la vice responsabile, una che si
chiamava Giovanna, e che negli ultimi mesi aveva avuto una “conversione” alle
treccine, pur non essendo particolarmente simile ad una modella). Questi
psicodrammi avvenivano nelle condizioni che ho descritto nella memoria del
13.6.2003. E’ un fatto però che Scajola si dimise quel mese.