(pagina controinchiesta)

DOCUMENTAZIONE REGINI 8.12.2005

Il rapporto con il psicoterapeuta per me e’ stato sempre, nelle occasioni in cui mi e’ stato utile, un rapporto tra chi e’ conscio delle difficolta’ che attraversa (cause) e della necessita’ di consultarsi per le soluzioni o la gestione delle difficolta’ stesse (effetti). Non fidandomi in alcun modo dello stato borghese, anche quando ho avuto incontri con loro specialisti psicologi (in genere tattiche di bassa lega per avere il rispetto dei propri diritti carcerari altrimenti non richiedibili, in particolari contesti in cui o ero gia’ in sciopero della fame e necessitavo di far vedere che stavo ancora lucido, o in casi in cui non era attuabile diversamente una particolare forma di protesta senza prima un’interlocuzione, che veniva negata, e che si rendeva possibile solo con un colloquio con la psicologa) o psichiatri (esclusivamente a spoleto con il dr.taburni per mia scelta, anche li’ per evitare le provocazioni connesse alle mie denunce), ho fatto ricorso al dr.alberto regini di venezia, del quale ho stima, che oltremodo fu incaricato della indagine di routine allorquando fui detenuto in carcere minorile nel 1977 (episodio documentato in pagina scritti).

·     Nel 1992 per motivi di lavoro ottenni una sua relazione (in allestimento).

·     Nel 1998, dopo i colloqui con lui successivamente all’episodio del 4-1-1996 e poi a opera, stese una prima relazione nella quale valuto’ un danno psicoattidudinale del 20% circa in seguito ai danni alla sfera affettiva conseguenti alla detenzione.

·     Nel 2001, a biella, lo chiamai ancora a colloquio per farmi sostenere da uno specialista nella richiesta di poter fare certe attivita’ lavorative e di studio, che intendendo gestirle come rivendicazioni di diritti, venivano ad essere rafforzate da una posizione nel merito, che lui ritenne di prendere.

·     Nel 2002, mentre continuava ad incontrarsi con me periodicamente ed aveva avuto anche un colloquio (dopo una occasione bigiata) con il direttore sanitario del carcere, prese atto delle provocazioni cui ero sottoposto dalle guardie sin dal novembre – dicembre 2001 (allorquando denunciai lo spionaggio della mia corrispondenza al di fuori della censura, fatto durante la sera dalle guardie che avevano accesso alla chiavetta della cassetta postale), e stese una ulteriore relazione, che non venne presa in considerazione dalla direzione se non per sottopormi a “visita psichiatrica” (che rifiutai) per la mia richiesta di usare un pc portatile !!!!  Successivamente quando decisero di mandarmi a livorno in “osservazione psichiatrica” (lager – tortura bianca), non si curarono neppure di telefonargli, nonostante io avessi rifiutato esplicitamente il “sostegno psicologico” della loro dr.ssa de matteo ( o de marco ) da loro “offertomi” spiegandogli che io il sostegno psicologico me lo facevo dare da persona di fiducia.

·     Dopo l’inizio delle torture, nel maggio – giugno 2002, riuscirono facendomi quasi un lavaggio del cervello a base di torture uditive e psicofarmaci ed elettrochock endovena, a farmi provare un “sentimento” di amore verso la funzionaria cui rivolgevo anche con astio in precedenza, i miei reclami e denunce verso le guardie. Di cio’ scrissi un romanzo nel 2002, in 4 stesure successive, che mantiene ancor oggi una dose notevole di ironia e di racconto di quel periodo (ottobre 2001 – maggio 2002). Ho fatto leggere questo romanzo allo psicoterapeuta regini e ne ha tratto una relazione. Eccola