Francia

Action Directe - Elementi di Storia Cronologica 1977-1987

 

(traduzione di Paolo Dorigo dal francese di “Front”-numero speciale del gennaio 1998 – traduzione rivista da Jean Marc Rouillan)

Come introduzione.

Il nome dell’organizzazione rivoluzionaria combattente Action Directe ritorna saltuariamente nelle parole dei giornalisti o ancora nelle discussioni tra militanti. Ma sfortunatamente la memoria collettiva rimane troppo spesso annebbiata dalle riscritture dei pennivendoli del potere e dei loro collaboratori.

Al giorno d’oggi sono rari quanti  conoscono la vera storia di questa esperienza rivoluzionaria; Invece Action Directe è parte del patrimonio di lotta.  Per 10 anni, tra il 1977 e il 1987, questa organizzazione di guerriglia è stata all’ avanguardia della lotta per l’autonomia della nostra classe, lotta armata per l’autorganizzazione e l’internazionalismo proletario.

In questo modo, essa avviò un processo politico di convergenza con le altre organizzazioni combattenti europee, come la RAF e le Brigate Rosse, e con le lotte antimperialiste dell’area geopolitica Mediterraneo - Medio Oriente.

L’organizzazione ha cercato, in una prospettiva di unità delle lotte, di resistere alla controffensiva borghese lanciata per ristabilire il potere assoluto dei monopoli dopo i grandi movimenti di lotta degli anni ‘60 e ‘70.

Mentre il tradimento prendeva piede nella “Nuova Sinistra” nata dal ‘68, mentre il localismo e l’immediatismo sbarravano gli orizzonti al movimento autonomo, A.D. cercava di portare la guerra partigiana (di parte proletaria) e l’internazionalismo come elementi strategici essenziali della guerra di classe prolungata.

Essa ha pagato questo tentativo molto pesantemente.

Ancor oggi una decina di compagni sono tuttora prigionieri e subiscono numerose restrizioni e arbitri.

Di fronte alle domande dei giovani militanti e per non lasciare la parola solamente a quanti hanno sempre avuto dei “buoni motivi” per essere contro l’azione armata e l’autonomia della nostra classe internazionale, proponiamo questa breve cronologia della attività di A.D. e dei suoi orientamenti.

 

1977-1978

Il 1977 è caratterizzato a livello europeo dall’emergere del movimento autonomo e dal suo rapportarsi alle offensive portate avanti dalla guerriglia in Germania e in Italia.  In Francia, militanti rivoluzionari usciti da diverse e numerose esperienze nazionali e non, fin dal ‘68, iniziano un pratico processo di convergenza.

Fondano un coordinamento politico-militare interno al movimento autonomo. Qui si ritrovano così vecchi militanti dei gruppi armati, quelli della  resistenza anti-franchista del Movimento Iberico di Liberazione - MIL e dei Gruppi Internazionalisti di Azione Rivoluzionaria - GARI, dei gruppi autonomi nati dopo il Maggio ‘68 e dopo lo scioglimento di “Gauche Proletarienne”, come i NAPAP - Nuclei Armati per l’autonomia proletaria, ma anche numerosi altri militanti che hanno rotto con le pratiche legalitarie e parasindacali dell’estrema sinistra gruppettara.

Per circa due anni, questo coordinamento ha portato avanti numerose azioni di sabotaggio e di preparazione alla lotta armata.  Notti di fuoco come quelle contro la costruzione della centrale di Malville (23 azioni in tutto il territorio nazionale rivendicate CARLOS - Coordinamento Autonomo Radicalmente in Lotta contro la Società). Un’altra notte di fuoco in risposta all’estradizione di Klaus Croissant verso la Germania e numerose azioni dopo l’assassinio nelle loro celle dei compagni della RAF, Andreas, Gudrun e Karl ... Ma anche azioni contro i nuovi negrieri e la flessibilità del lavoro, come le azioni del CACT - Coordinamento Autonomo contro il Lavoro, a Tolosa contro gli ANPE e le Agenzie del lavoro Interinale

Durante l’inverno ‘78-‘79, il coordinamento decide di fare il balzo ad una vera e propria organizzazione di guerriglia.

 

1979

Il 1° Maggio suggella questa determinazione attaccando armi alla mano la sede del padronato CNPF, Consiglio Nazionale del Padronato Francese).

Action Directe non è sorta per germinazione spontanea.Individui o gruppi che hanno avuto diverse esperienze di propaganda armata hanno sentito la necessità, al di là delle singole azioni o delle campagne politiche (come nel 1977 ...), di darsi uno strumento finalizzato alla promozione di una strategia comunista ...” (1)

E’ in autunno che Action Directe lancia la sua prima campagna di propaganda armata.

Mentre iniziano le riunioni di consultazione governo - padronato - sindacati, in vista di una prima svolta neoliberale, la notte del 15 settembre, il Ministero del Lavoro e il Ministero della Sanità sono colpiti.  Il giorno successivo viene distrutta la sede della Direzione della SONACOTRA (Società Mista di Gestione delle case dei lavoratori Immigrati). Da molti mesi lo sciopero degli affitti dei residenti costituiva la punta di diamante della resistenza dei lavoratori immigrati.

I giorni precedenti  molte case erano state sgomberate dalle forze dell’ordine. A sua volta, A.D. ”sgomberava” la direzione dalla sua sede. “Colpo su colpo”. Sempre lo stesso giorno, un commando mitraglia i locali della Segreteria per i Lavoratori Immigrati, in rue de Corenelle, nello stesso edificio del Ministero del Lavoro.

Fin dall’inizio, Siamo stati una guerriglia comunista, che difende la lotta antimperialista, da una posizione di classe. Di conseguenza: una comprensione pratica della necessità dell’illegalità Rivoluzionaria.” (1)

Bisogna con ogni urgenza respingere la banda del catechismo di opposizione, rifiutare le processioni incantatorie e le cantilene delle vecchie parole d’ordine, perché spogliate di ogni reale sovversione. Bisogna cogliere il senso delle trasformazioni, le contraddizioni nel loro divenire. Ciò che nasce e si sviluppa ...

il tempo della guerriglia e’ venuto. Colpire il nemico, servire le masse, formare il partigiano, ecco la nostra bandiera” (Gauche Proletarienne, 1969)

il tempo della guerriglia”, significa concretamente: rafforzare le coscienze, le decisioni e le pratiche di rottura sorte all’epoca dell’ insurrezione delle masse, apportarne di nuove, ancor più decisive,(che il movimento spontaneo non può far sorgere da sé),nel fuoco della sua azione.

Cioè una continua dialettica tra la resistenza e le lotte del proletariato, i suoi organismi autonomi e la guerriglia, i distaccamenti combattenti, nell’unità del politico e del militare in ogni fase della lotta, e questo fin dall’inizio del processo di guerra di classe rivoluzionaria.” (2)

Il 27 settembre 1979 vengono colpiti i locali del Padronato dedicati alla gestione del lavoro nella regione parigina.

 

1980

3 e 5 febbraio. Attentati contro la direzione dell’Ispettorato del Lavoro.

10 febbraio. Colpita l’ UPCI, società immobiliare coinvolta nelle espropriazioni di alloggi nei quartieri popolari della capitale.

12 marzo, attaccata un’altra società immobiliare legata alla precedente.

14 marzo. Attacco contro i locali della sezione della DST incaricata della sorveglianza delle attività delle organizzazioni politiche e sindacali dei lavoratori stranieri, e contro la sede dell’ OICP, organizzazione internazionale di cooperazione delle polizie.

16 marzo. Un commando penetra nel Ministero della Cooperazione (principale amministrazione incaricata delle relazioni politico-militari tra lo Stato francese e i paesi africani); il Ministro Galley sfugge fortunosamente ai colpi sparati.

Fin dalla sua comparsa e dalla sua prima campagna, A.D. attacca i locali dove sono elaborate, decise e trasmesse le più importanti decisioni delle politiche statuali. Attacca il Ministero del Lavoro e quello della Cooperazione, perché questi sono i più coinvolti  sugli assi che l’organizzazione ha caratterizzato come decisivi nella fase (politiche di ristrutturazione in fabbrica e nei quartieri, di interventismo militare in Tunisia, con l’annientamento della rivolta di Galsa, così come in Ciad e Zaire) e più globalmente, pone in questo modo il filo rosso strategico che persegue fino in fondo l’unità delle lotte anticapitaliste e antimperialiste.

La guerriglia è la forma dell’internazionalismo proletario nelle metropoli. Essa è il soggetto della ricostruzione della politica proletaria a livello internazionale” (BR, 1978)

Nella sua fase di propaganda armata, A.D. parte dall’esperienza acquisita dalle lotte della RAF e delle Brigate Rosse.

Action Directe si costituisce in seguito alla seconda fase della guerriglia nell’Europa occidentale. La seconda fase, con le azioni Schleyer - Moro, è segnata preliminarmente dalla lotta armata - come determinazione della dialettica costruzione/distruzione ...“(3)

La RAF prima e le BR poi, attorno al 1977/1978, all’epoca de11’offen~iva d’autunno avente come perno la cattura di Schleyer, e della campagna di primavera con quella di Moro, leader della Democrazia Cristiana, portano al più alto livello le nuove qualità della sovversione guerrigliera. E, alternativamente, queste organizzazioni si impongono in questi combattimenti come incontrastati punti di riferimento per l’insieme delle forze rivoluzionarie del proletariato europeo” (2)

La guerriglia comunista e antimperialista è apparsa in Europa come l’espressione della guerra rivoluzionaria internazionale; unità del politico e del militare ‘, si è costituita nello scontro al più elevato livello dell’antagonismo proletario e della storica lotta di liberazione ...” (4)

La guerriglia non cerca di rappresentare gli oppressi sul mercato politico e nella fiera della conciliazione la sua presenza, la sua capacità di agire e fondamentalmente la sua reale rappresentazione degli interessi del proletariato è proprio nella rottura del sistema istituzionale e convenzionale delle relazioni politiche trattenute, dirette, manipolate e alienate, nella capacità di innalzare lo scontro su di un terreno dove la politica di classe può affermarsi come tale e quindi come portatrice di emancipazione.” (2)

Il 27-28 marzo, 32 militanti autonomi vicini all’organizzazione o militanti in essa vengono arrestati nel quadro dell’inchiesta sulle attività di Action Directe.

Nei giorni seguenti sono organizzati per protesta numerosi atti di sabotaggio, come l’attentato contro l’edificio dove abitano i gendarmi delle unità d’intervento GIGN (Fort de Maisson Alfort), e quello contro un commissariato di polizia a Tolosa.

4 Luglio. Occupazione armata della sede municipale della XIVa circoscrizione di Parigi. Esproprio di molte migliaia di documenti amministrativi e di una telescrivente.

28 agosto. Parigi XV, scontro armato tra militanti di A.D. e la polizia durante l’esproprio di una banca.

13 settembre. Arresto di una decina di militanti, tra cui J.Marc Rouillan e Nathalie Menigon dopo una nuova sparatoria.

17 settembre. In risposta agli arresti e come continuazione della campagna cominciata l’anno precedente, un commando mitraglia il posto di guardia della scuola di guerra. Si tratta del centro di formazione dei quadri dell’Esercito francese per gli interventi esterni, ma anche dei militari dei paesi satelliti ai metodi di repressione e di guerra psicologica.

 

1981

 

All’inizio dell’inverno, non volendo intervenire nella bagarre politica pre-elettorale, Action Directe sospende le sue azioni politico-militari per tutta la durata della campagna presidenziale.

Il 15 aprile, una sparatoria avviene in pieno centro a Parigi in seguito all’esproprio di una banca in piazza des Fermes. Un poliziotto è abbattuto.

Dopo l’elezione di Mitterand e la costituzione del primo governo socialdemocratico, prende le mosse nelle prigioni una battaglia politica e si costituiscono movimenti di solidarietà con i Prigionieri Politici per l’amnistia e contro i tribunali speciali. Un giornale, “Rebelles”, è pubblicato per sostenere questa campagna. Due scioperi della fame in 6 mesi. Il primo fin dal mese di maggio per l’amnistia e la chiusura dei QHS*. Il secondo in settembre, per la liberazione di tutti i prigionieri Politici senza eccezione alcuna. La forte mobilitazione del movimento e le contraddizioni del nuovo potere permettono la liberazione di tutti i Prigionieri Politici comunisti e anarchici e la Corte di Sicurezza dello Stato è sciolta.

Durante l’estate, un ampio e profondo dibattito si è aperto nella organizzazione. Durerà molti mesi, ma fin dall’inverno 1981-82, numerose rotture si sono già consumate. Le spaccature comparse fin dal 1980 con i militaristi della tendenza Olivier, più tardi conosciuta con il nome di “Manifesto Rosso”, o, secondo le versioni poliziesche, “A.D. - Lione” (“Ramo Nazionale”), comportano una rottura definitiva.

Analogamente si rompe don le tendenze più “movimentiste”, numericamente più significative ma anch’esse rivelanti l’incapacità politica di sviluppare la minima alternativa organizzativa prima di sciogliersi “con armi e bagagli” senza combattere...

E’ evidente che Action Directe è uscita da queste “rotture” molto indebolita organizzativamente, ma senza alcun dubbio più  forte nella sua determinazione politica ad affrontare la nuova fase e i termini di combattimento come si imponevano.

Noi non ci siamo mai illusi sul potere, sulla nuova gestione del capitale e sul tentativo di rispondere alla crisi del sistema imperialista in Francia. Sappiamo ciò che significa un governo socialdemocratico per i proletari. In Francia, la repressione dello sciopero dei minatori nel 1948; nei paesi dipendenti, i massacri di Setif, quello di 80.000 persone in Madagascar, i bombardamenti di Hanoi, la presa di Suez ...” (1)

E ciò si concretizzò rapidamente con le provocazioni e la repressione.

Più di 180 persone sono state portate via in 4 mesi, pressioni sui datori di lavoro, pestaggi di compagni, ricatto sulle regolarizzazioni dei permessi di soggiorno dei compagni immigrati. Sarebbe quindi stato difficile per noi sprofondare nello “stato di grazia” (1)

Action Directe riprende l’iniziativa nel novembre e dicembre 1981.

L’organizzazione partecipa all’occupazione di molti laboratori clandestini nel Sentiere e di molti palazzi a Barbès. Più di un centinaio di famiglie straniere, in maggioranza turche, hanno così trovato nuovi alloggi.  Contemporaneamente numerosi incidenti e manifestazioni caratterizzano questa campagna contro i laboratori dei negrieri e per gli alloggi.

“Nei quartieri, nelle fabbriche, nei paesi, deve svilupparsi una guerriglia periferica che permetterà l’accerchiamento del nemico” (3)

22 dicembre. Laouri “Farid” Benchelal, quadro dell’organizzazione e uno dei principali responsabili

dell’azione al quartiere di Barbès, viene torturato e assassinato nel Commissariato Centrale di Helsinki,

qualche ora dopo il suo arresto.

24 e 25 dicembre. Sette attentati contro negozi di lusso (tra cui quello della Rolls Royce) a Parigi e in provincia.

 

 

1982

13 febbraio. Un commando dell’organizzazione uccide Gabriel Chahine, rifugiato libanese, collaboratore della polizia che ha permesso gli arresti di Jean Marc Rouillan e Nathalie Menigon nel settembre 1980.

19 febbraio. Azione contro la sede delle organizzazioni fasciste turche a Parigi.

30 marzo. Mitragliata la sede distaccata del Ministero della Difesa israeliano a Parigi. Il commando è

composto da membri di A.D. e di rivoluzionari turchi.

“L’organizzazione fece scattare nell’82 l’offensiva ‘portare nella metropoli l’attacco assieme ai rivoluzionari

del Terzo Mondo”.

In questa campagna, le operazioni sono state portate, gradua1mente, in maniera sempre più coordinata e integrata. E così, i militanti armati turchi, libanesi, palestinesi e della nostra organizzazione hanno costruito insieme il superamento della sola unità fattuale con la risoluzione politica di questa unità in prassi vivente. Così le forze rivoluzionarie forgiavano, nella lotta, le linee strategiche dell’unità della guerra rivoluzionaria contro l’imperialismo, linee corrispondenti ad una nuova epoca, ad una nuova fase del monopolio capitalista e alla sua imposizione” (4)

Aprile. Pubblicazione del testo “Per un progetto comunista”.

Repressione poliziesca, due compagni, Joelle Aubron e Mohamad Hamami vengono arrestati mentre escono da un deposito dell’organizzazione.

Retate nelle case occupate di Barbès. La sede dell’organizzazione è distrutta da un attentato poche ore dopo una perquisizione della polizia.

Giugno. “Il mese di giugno 1982 ha visto le diatribe tra i politici nazionali, superate da un avvenimento determinante”: il summit del .G7 a Versailles.

Il summit di Versailles ... era un passo decisivo nell’integrazione strategica dei paesi imperialisti, a partire dalla  linea determinata e imposta dall’amministrazione Reagan.

Summit particolarmente importante per la strategia imperialista di ristrutturazione e di interventismo, le cui decisioni nei mesi che seguirono hanno significato: aggressioni contro i popoli della periferia,

certamente contro i popoli del Libano, ma anche delle isole Malvine (Falkland), della Namibia, di Grenada, e contemporaneamente, interventi indiretti e operazioni di destabilizzazione di governi popolari come in Nicaragua, Angola, Mozambico...

Nella sua rigida riorganizzazione -come blocco imperialista monopolista- la borghesia dei paesi occidentali deve costituire la sua egemonia nella ridefinizione e estensione dei rapporti di produzione, a partire da una accelerazione e un approfondimento del confronto su tutti i fronti” (4)

A.D. dirige allora una forte mobilitazione anti-summit che culmina in una serie di operazioni, tra cui una spettacolare contro la sede europea dell’ FMI e della Banca Mondiale.

Se il ruolo di queste due istituzioni era rimasto marginale negli anni ‘70, con il graduale superamento degli interventi di tipo Fordista - Welfare, dall’inizio degli anni ‘80 esse si ritrovano al centro (cuore)- delle gestioni finanziarie internazionali. Una vera e propria polizia finanziaria contro i paesi del Tricontinente, in grado di imporre le politiche d’aggiustamento del debito a colpi di deregulation sociale, di piani di rigore.

Pubblicazione del testo “Sull’imperialismo”.

Nello stesso periodo, il governo Mauroy lancia il primo piano di rigore. Voltando così le spalle alle promesse elettorali, avvia la grande svolta neoliberale; la politica d’austerità di Delors si conclude con il ritiro dei Ministri del P”C”F e il rimpasto Fabius. Per la Francia, si tratta del momento decisivo di abbandono delle forme del Welfare State e di scelta del modello di flessibilità-precarizzazione; la sottomissione dei socialdemocratici alla linea mondiale dominante del neoliberismo.

Così nel corso di questo summit di Versailles, la tendenza alla guerra e la politica d’austerità sono strettamente legate nelle scelte srategiche della borghesia per un nuovo modello d’accumulazione.

Agosto. Le truppe israeliane entrano in Libano e assediano Beirut.

I massacri di Sabra e Chatila. Gli interventi militari americani e francesi L’organizzazione conduce un’attiva campagna. Molti attacchi contro società israeliane e americane tra cui l’occupazione armata della sede della Chase Manattan Bank. Compaiono i primi testi di A.D. che si riferiscono alla strategia del Fronte Antimperialista.

Oggi uno dei dati fondamentali della trasformazione epoca le è caratterizzato dall’inevitabile circostanza che le lotte di emancipazione dei popoli del Sud non sono più solamente ‘alleate’ del fronte della Rivoluzione Socialista, esse ne sono diventate delle determinazioni essenziali.

Il Fronte Antimperialista costituisce e materializza la linea strategica dell’unità di questa emancipazione  - nel centro e nel Tricontinente la linea della guerra rivoluzionaria contro il capitalismo imperialista inteso come nemico comune al proletariato internazionale e ai popoli oppressi. In questa lotta e nella sua estensione, il Fronte forgia un nuovo internazionalismo proletario, corrispondente a questa lotta e alla sua prassi, quindi alle trasformazioni delle condizioni della rivoluzione mondiale socialista proletaria.”(4)

 

Il 19 Agosto, il governo annuncia lo scioglimento dell’organizzazione. Ormai ogni persona avente un’attività in qualche modo legata ad A.D. potrà essere perseguita per ricostituzione di un’organizzazione illegale. Ma l’applicazione di questa scellerata legge porta con sé ancora troppa risonanza politica e il governo di sinistra preferì utilizzare un’altra legge scellerata maggiormente criminalizzante, diretta usualmente a colpire la “grande criminalità”, ossia quella contro le associazioni a delinquere, alla quale nell’autunno 1986 le leggi speciali antiterroriste aggiunsero un paragrafo in cui si spoliticizzava ulteriormente l’attività combattente “in rapporto ad un’attività individuale o collettiva mirante a turbare l’ordine pubblico con l’intimidazione e il terrore”.

Incolpare i compagni dell’organizzazione di ‘associazione per delinquere’ e metterli nelle sezioni di isolamento, è uno strumento aggiuntivo per cercare di rendere innocua una lotta dei prigionieri, indispensabile alla demistificazione della realtà delle istituzioni giudiziarie dello Stato socialdemocratico.”(5)

 

1983

Durante l’inverno e la primavera, A.D. si ristruttura nella clandestinità e contemporaneamente organizza numerosi incontri internazionali con le diverse guerriglie e movimenti di resistenza europei.

Si tratta oggi di concepire l’Europa occidentale come un territorio omogeneo dove la costruzione di un polo rivoluzionario unitario è possibile. Ciò significa considerare il proletariato come una sola classe, ripartita su diversi territori, ma che hanno caratteristiche fondamentalmente simili ...L’Europa occidentale, sia come mercato che a livello produttivo, costituisce un territorio unico su cui il Capitale Multinazionale progetta, programma, realizza e impone la sua logica del profitto ...Lavorare alla ricomposizione rivoluzionaria del proletariato in Europa quindi non basta. Ma questo diventa possibile. Perché tutto ciò che noi costruiamo adesso, all’interno di questa strategia, come sviluppo, anche minimo, della coscienza rivoluzionaria in rapporto alla crisi e alla tendenza alla guerra, con tutte le possibili conseguenze per l’insieme delle contraddizioni di classe, tutto ciò che noi dunque costruiamo, anche ad un livello minimo, si svilupperà e si moltiplicherà domani, aprendo così verso la costruzione della organizzazione di massa del proletariato europeo”. (6)

Già allora dei commandos comuni si muovono nella capitale.

Il 31 maggio, Viale Trudaine, una violenta sparatoria oppone uno di questi commandos alla polizia. Due poliziotti rimangono uccisi e uno viene ferito seriamente. In seguito a questi morti, è stata organizzata una manifestazione di poliziotti fin sotto le finestre del Ministro della Giustizia, Robert Badinter; alcuni di questi poliziotti erano in uniforme e il servizio d’ordine del Ministero ha solidarizzato con i manifestanti...

30 luglio. Tentativo d’esproprio alla gioielleria Aldebert, place de la Madeleine.

14 ottobre. Un’altra sparatoria ha luogo nella XVII circoscrizione di Parigi; un compagno italiano, Ciro Rizzato, viene ucciso e due poliziotti restano feriti. Ciro era un militante comunista molto conosciuto e popolare della periferia milanese (Quarto Oggiaro). Aveva partecipato a moltissime mobilitazioni e lotte operaie, all’epoca come membro dell’ “Autonomia proletaria” e poi di “Prima Linea”. Dopo lo autoscioglimento di quest’ultima organizzazione, aveva raggiunto i “COLP” (Comunisti Organizzati per la Liberazione Proletaria) (7).

Dei compagni francesi e italiani sono stati perseguiti insieme per tutti questi fatti.

Così, nel corso di questo periodo, A.D. cercò di generalizzare la Sua pratica guerrigliera a numerose esperienze di movimento è della resistenza e di organizzare contemporaneamente operazioni pratiche concrete con effettivi comuni.

Nel corso del 1983, militanti rivoluzionari di diversi paesi hanno avviato e sviluppato un autentico confronto internazionale, portante in seno le implicazioni della propria risolutezza politica e pratica. Una risolutezza che va oltre i singoli accordi, gli appoggi logistici, le discussioni formali ... per inscrivere nell’azione rivoluzionaria diretta la linea centrale del Fronte Antimperialista, così come le prospettive e l’orientamento della Rivoluzione proletaria in Europa Occidentale”. (4)

Un percorso unitario significa lavorare ad una strategia internazionale unitaria in Europa occidentale e determinare le tappe successive miranti a creare, fase dopo fase, un’unità politico-organizzativa sul terreno della lotta contro il Capitale, per la ricomposizione del proletariato metropolitano. Non si tratta di creare un rapporto ideologico, ma un rapporto unitario di pratiche concrete di sviluppo del movimento rivoluzionario in Europa occidentale.” (6)

In autunno, esce il mensile “L’Internationale” che deve essere uno dei pilastri del dibattito e dell’informazione sul processo in corso, uno strumento di lotta, di preparazione al combattimenti e alle future offensive della guerriglia e del fronte in Europa.

Questo internazionalismo è concreto, materiale. Ingloba tutti i campi della vita dei proletari e di coloro che raggiungono (si congiungono con) il loro campo, nel superamento permanente dei limiti delle individualità, nel confronto in ogni momento con questo sistema di morte, e il rifiuto dell’impianto attendista nell’alternativa che rispetta l’esistenza del campo degli affamatori, di coloro che schiacciano tutta l’umanità, dal Cile a Portorico, da Beirut a Barbès. Nell’unità di tutte le lotte, dallo sciopero dei lavoratori delle diverse nazionalità, dalla rivolta del ghetto, ai comunisti armati delle metropoli, dalle contraddizioni dell ‘individuo metropolitano alla necessaria organizzazione internazionale della classe.

Oggi, di fronte alla divisione internazionale del lavoro, di fronte alle transnazionali che fanno e disfano gli Stati, alle forze di rapido intervento, alle scomposizioni dei quartieri, alla criminalizzazione e alla emarginazione dei proletari per la ristrutturazione del sistema capitalista in vista della guerra, costruiamo l’Internazionalismo proletario”. (8)

1984

Febbraio, vengono arrestati una decina di compagni in Italia e in Francia. Il 13 marzo a Bruxelles le polizie belghe e francesi tendono una trappola ad un gruppo di militanti di A.D.  Questi riescono a catturare un poliziotto della brigata criminale e a fuggire con lui. Sarà rilasciato dopo essere interrogato. Qualche giorno più tardi, Hellyette Bess e Regis Schleicher, militanti dell’organizzazione, vengono arrestati ad Avignone così come un gruppo di compagni a Parigi.

Primavera. Numerose operazioni logistiche in Belgio (espropri di banche, attacco all’armeria di una caserma a Vielsan, recupero di circa una tonnellata di esplosivo nelle cave di Ecaussines, ...) condotte congiuntamente con altre organizzazioni comuniste combattenti.

11 luglio. Inizio dell’offensiva “Unità dei rivoluzionari in Europa occidentale”. Attacco contro l’Istituto Atlantico.

Dalla capacità di organizzarsi degli elementi avanzati del proletariato delle metropoli, dipende la realizzazione o l’insuccesso dei progetti dell ‘imperialismo; supersfruttamento, guerra, annientamenti ...” (Comunicato di rivendicazione del l’azione).

13 luglio. Attacco contro i servizi informatici dell’ufficio di ricerca e di programmazione del Ministero della Difesa e dei locali del SIAR (Sorveglianza Industriale dell’ Armamento).

 14 luglio. Attacco contro le dipendenze del Ministero dell’Industria.

Prendendosela con uno dei pilastri e attaccando frontalmente l’imperialismo francese, l’organizzazione Action Directe dimostra una volta ancora la capacità della classe operaia di colpire l’imperialismo al momento opportuno e la sua volontà di disarticolare la fase di passaggio sul terreno militare del progetto politico di ristrutturazione globale della produzione per la guerra imperialista.

Portando l’attacco al Ministero dell’Industria, l’organizzazione Action Directe manifesta la sua determinazione ad opporsi ai licenziamenti di massa nell’industria automobilistica e siderurgica, allo sfruttamento sempre più grande di milioni di proletari ...” (Regis Schleicher, dichiarazione luglio 1984)

 8 agosto. Attacco contro la sede dell’Agenzia Spaziale Europea, ASE.

23 agosto. Un’ autobomba è posteggiata sotto le finestre del1’emiciclo dell’Assemblea della UEO (Unione dell’Europa Occidentale).

Isolare le forze controinsurrezionali che percorrono i nostri quartieri. Denunciare i fomentatori della guerra e i mercanti di armi. Denunciare i centri decisionali militari.Bisogna ostacolare, con tutti i mezzi e a tutti i livelli, la macchina da guerra NATO. Bisogna tentare di spezzare la catena imperialista in Europa, direttamente minacciata dalla guerra. Tutti i mezzi saranno buoni e complementari non appena questo obiettivo sarà chiaro.

Il momento è sempre buono.Bisogna  colpire in profondità le radici militariste di questa società: dal controllo dei nostri quartieri dove sono già pronte le operazioni controinsurrezionali, alle università ove svariati organismi   camuffano le loro virtuose ricerche per celare il fatto che più del 35% di queste sono militari, ai mercanti d’armi che vivono del sangue altrui e a coloro che li proteggono, infine alle istanze istituzionali che strutturano il meccanismo.

Settembre. Il collettivo dei prigionieri politici di Action Directe inizia uno sciopero della fame per lottare contro l’isolamento e per il raggruppamento. Saranno raggiunti nella lotta da altri Prigionieri Politici e da prigionieri sociali. Il movimento dura 38 giorni.

Ottobre. Due attacchi contro importanti società di armamento, Dassault e Hispano Suza.

Minacciare le retrovie delle forze controrivoluzionarie nei paesi dipendenti.

Sviluppare la guerra di classe per impedire la guerra imperialista. Battersi al fianco dei rivoluzionari dei paesi dipendenti. Ecco i compiti principali del polo proletario. Perciò egli deve aprire gli occhi, di fronte all’evidenza delle diverse componenti pacifiste: la guerra non è solamente la minaccia nucleare; essa è da trent’anni una realtà quotidiana per i paesi dipendenti. E’ per questo che il polo proletario ha la responsabilità prioritaria di costruire un concreto legame con i rivoluzionari dei paesi dipendenti. Dobbiamo mostrare concretamente che non ci sono guerre convenzionali accettabili per gli altri e un terribile pericolo nucleare per noi. La guerra nucleare ha le sue radici nella guerra ‘imperialista ordinaria’ Se siamo capaci di dare al gigantesco e fragile movimento nascente, il suo contenuto di classe, allora noi vedremo rinascere nei nostri paesi, dove abbiamo conosciuto tante rivoluzioni sconfitte,   un movimento rivoluzionario che avrà la coscienza delle radicali implicazioni della sua lotta”. (“L’Internationale” n.1)

Dicembre. I prigionieri della RAF e della resistenza iniziano un nuovo sciopero della fame.

18 Dicembre. Un’autobomba è scoperta presso la Scuola ufficiali della NATO a Oberamaergau (sud della Germania). Gli esplosivi provengono dalla base espropriata ad Ecanssine. Il commando “Jean Raspe” della RAF rivendica l’azione.

 Sempre a dicembre, la polizia arresta il gruppo editoriale de “L’Internationale”.

In prima istanza, questi compagni saranno condannati a pesanti pene per “associazione a delinquere”. Eppure, in appello, alcuni saranno rilasciati dopo 4 anni di carcerazione preventiva !  La manipolazione era decisamente troppo grossolana per loro; dei testimoni dell’accusa hanno raccontato le pressioni subite per farli denunciare. Ma l’obiettivo essenziale dello Stato era stato raggiunto. “L’Internationale” non era sopravvissuta a questi arresti e la politica di criminalizzazione della politica armata aveva segnato un punto visto che questa interdizione (divieto), di fato, di uno strumento di comunicazione e di controinformazione aveva aggirato l’ostacolo di trattare l’affare di reato di stampa. La mistificazione democratica era salva.

 

31 dicembre. Parigi, XV circoscrizione, Joelle Aubron assieme ad un altro membro dell’organizzazione, non identificato, sfugge all’arresto.

Questo stesso giorno, a Bonn avviene un attentato contro la missione tecnica dell’Armamento dell’Ambasciata francese, rivendicato dalla resistenza antimperialista per il fronte.

 

1985

15 gennaio: è ampiamente diffusa la dichiarazione comune A.D.- R.A.F.

E’ oggi necessario e possibile aprire nei centri imperialisti una nuova fase di sviluppo della “strategia rivoluzionaria” autentica; una delle condizioni per questo salto qualitativo è quella di creare l’organizzazione internazionale della lotta proletaria nelle metropoli, il suo nucleo politico-militare: la guerriglia dell ‘Europa occidentale...

Gli attacchi contro le strutture multinazionali della NATO, contro le sue basi e le sue strategie, contro i suoi piani e la sua propaganda, hanno costituito la prima grande mobilitazione in vista della costituzione della strategia politica proletaria in Europa Occidentale in condizioni politiche mutate. Una mobilitazione che si rafforza mentre combatte contro il sistema di sfruttamento e di guerra, come ha dimostrato con i suoi attacchi in Portogallo, Grecia, Belgio, Spagna, RFT e Francia ...

19 gennaio. Dei militanti di A.D. incarcerati si uniscono allo sciopero della fame dei prigionieri della RAF. “La nostra attuale lotta, all’altezza delle lotte di ieri e di domani, è parte impegnativa del processo d’unificazione della guerriglia dell’Europa occidentale nel Fronte Antimperialista”.

25 gennaio. Il generale Audran, direttore degli Affari Internazionali al Ministero della Difesa, è abbattuto dai membri del commando “Elisabeth Van Dyck” (militante della RAF, assassinata a freddo dalla polizia al momento del suo arresto).

Il generale Audran rivestiva due essenziali ruoli nella politica militarista francese. Da un lato, era responsabile e controllava il complesso della vendita di armi alla guida della Commissione Interministeriale per lo Studio delle Esportazioni di Materiale di Guerra CIEEMG. Dall’altra era il rappresentante della Francia nell’unica struttura della NATO alla quale partecipava ufficialmente, i1 Gruppo Indipendente dei Programmi Europei -GIPE.

Gli attacchi contro le strutture multilaterali della NATO, contro le sue basi e i suoi strateghi, contro ‘i suoi piani e la sua propaganda provocano una trasformazione nella coscienza e della pratica del proletariato, superando le sue ‘particolarità nazionali e portando un avanzamento organizzativo sul piano internazionale.

Fronte Rivoluzionario il cui divenire poggia nella sua forza verso la trasformazione della sua molteplicità e delle sue contraddizioni in una sola strategia di attacco e di costruzione, l’organizzazione della classe per la sua emancipazione” (Comunicato)

1 febbraio. A Gauting (Germania), rivendicata dal commando Patsy O’Hara (prigioniero dell’ INLA morto durante lo sciopero della fame del 1981) della Rote Armee Fraktion (RAF), l’attentato mortale contro Zimmerman, presidente dell’industria aerospaziale tedesca e PDG* del MTV legato al complesso militare Industriale.

Quello stesso giorno, i prigionieri della RAF e della resistenza scrivono: “abbiamo interrotto il nostro sciopero della fame in questa giornata perché, fin dall’inizio, gli sviluppi sono andati oltre il livello della semplice lotta dei prigionieri per le loro condizioni di vita: il salto qualitativo alla dimensione europea della lotta rivoluzionaria negli Stati della NATO, pesa oramai con forza. La politica della guerriglia metropolitana è giunta ad un successo ricercato nelle lotte di questi ultimi anni”.

24 aprile. Un militante rivoluzionario turco viene fermato alla frontiera franco-belga, in possesso di 2 kg. di dinamite, esplosivo rubato ad Ecaussines. Questo compagno aveva vissuto nelle case occupate di Barbès ed era schedato come vicino ad A.D.

27 aprile. Attentato contro la sede europea del FMI rivendicato dalla Unità Combattente Laouri “Farid” Benchellai. E sabotaggi contro due del le più importanti industrie d’armamenti, la TRT e la SAT.

Tra l’83 e l’85, è nello spazio continentale che si coniugano, nella tendenza alla guerra, le grandi linee della controffensiva borghese e le contraddizioni generali dell’epoca, la contraddizione Est/Ovest, con un campo occidentale che sempre meno riesce a trattenere i propri conflitti interimperialistici, e fondamentalmente, la contraddizione Capitale/lavoro, come anche quella rafforzantesi tra il grado di internazionalizzazione reale del capitale e i limiti dell’appropriazione privata, l’assenza di una istituzione regolatrice.

In questo contesto, l’Unione europea è dominata dalla logica della concorrenza interimperialista, e quindi dagli interessi esclusivi e specifici del grande capitale monopolista. Così ognuno dei suoi rapporti e apparati porta il segno indelebile della concentrazione dei poteri economici e politici, da cui la loro azione tecnocratica e autoritaria nella regressione sociale, l’accentuazione della polarizzazione delle classi, le loro decisioni occulte e ”senza appello” negli attacchi alle libertà politiche e sindacali, l’inasprimento delle politiche reazionarie, segregazioniste e fasciste, e l’intervento contro i popoli dipendenti”.

30 maggio. Francoforte, 5 importantissimi attentati anti-NATO rivendicati dalla resistenza antimperialista.

Le strutture del fronte si costituiscono nella lotta contro ogni congiuntura...  Fronte in cui coesistono tanti e tanti metodi diversi di organizzazione e tante esperienze pratiche diverse, quanti sono i compagni. Quindi sempre specifiche, sempre come la vogliono ”i militanti” e ne hanno bisogno, in funzione nelle loro specifiche condizioni e del loro  processo soggettivo Partendo dall‘indirizzo politico comune, elaborato nelle discussioni, ogni unità combattente della resistenza determina autonomamente la sua prima azione, e costituisce da sola lo spazio d’azione illegale di cui essa ha bisogno”.

“La base dell’unità della lotta è nella lotta di tutti !”

26 giugno. Parigi, attacco contro il generale Blandin, supervisore generale delle forze armate, rivendicato dal commando Antonio Lo Muscio (militante dei Nuclei Armati Proletari, assassinato il l°luglio 1977 dai carabinieri a Roma dopo essere stato ferito e catturato).

Luglio-agosto. Belgio, scoperte molte infrastrutture dell’organizzazione A.D., appartamenti e garage di macchine, armi, incartamenti e documenti. Molte persone vengono arrestate nel quadro di una inchiesta contro il FRAP (Fronte Rivoluzionario Armato Proletario), gruppo della resistenza legato all’organizzazione che ha rivendicato 3 azioni antimperialiste nei mesi precedenti.

8 Agosto. Attacco contro la base aerea USAF di Francoforte (3 militari americani sono uccisi), rivendicato dal commando comune A.D.-R.A.F. “George Jackson” (militante delle Black Panthers, assassinato in carcere dai guardiani.

La guerriglia europeo occidentale sviluppa nell’attacco la strategia che coglie le lotte parziali e specifiche contro la realtà vissuta nel sistema imperialista, come processo di lotta per la liberazione che unifica gli antagonismi di massa nella determinazione. politica e nella pratica della lotta rivoluzionaria costruendo così il fronte della  guerra di liberazione.

Il movimento rivoluzionario in Europa occidentale deve oggi portare la sua lotta ad un grado tale da far avanzare la discussione e l’organizzazione dell’offensiva contro l’apparato imperialista in tutte le sue ramificazione politiche, economiche e militari e a tutti i livelli” (Comunicato)

Ogni giorno, la lotta armata sprigiona la forza di immaginazione dall’umiliazione, dalle gabbie mentali, dalle prospettive politiche miopi. La sua affermazione sprona i  dibattiti verso una strategia capace di rompere con il circolo vizioso di una comunicazione apparente, per una prassi che trasforma tanto i rapporti di forza che i combattenti.

Le armi danno la forza e la prospettiva reale  all’esigenza di una strategia all’altezza delle progettualità delle frazioni più avanzate della borghesia e diventano il mezzo per realizzare il potere rosso”...

I rapporti tra i combattenti costituiscono la prima zona liberata dalla resistenza rivoluzionaria nelle metropoli. E’ il processo nel quale gli uomini sviluppano nuove capacità creatrici, nuove forme di organizzazione, nuovi terreni e nuove armi per la lotta di liberazione, ed è in questo che viene sconfitta la sofisticata macchina repressiva.

In questo processo, ogni militante può e deve appropriarsi della capacità di determinare la politica, di pensare e di agire autonomamente

E’ la condizione centrale per garantire la continuità e l’estensione della lotta rivoluzionaria ... ed è anche l’arma contro la capitolazione e il tradimento.”(dichiarazione al processo di Eva Haule, prigioniera della RAF)

Questa azione segna la fine della prima offensiva della guerriglia condotta tra gli altri dalle organizzazioni A.D. e R.A.F., dalla resistenza e dai prigionieri politici.

Unità dei rivoluzionari nell’Europa dell’Ovest

Una linea combattente che attraversa il rapporto di unità e di interazione della guerriglia con l’insieme delle espressioni del movimento proletario autonomo. Un fronte rivoluzionario al reale livello dello scontro; il solo in condizione di rompere l’accerchiamento borghese-poliziesco delle molteplici resistenze delle masse contro le ristrutturazioni, le devastazioni sociali e la tendenza alla guerra. E’ il solo in grado di approfondire la instabilità latente ma permanente dell’egemonia borghese, ritrascritta nella nostra epoca in ogni apparato e rapporto statale, in primo luogo, beninteso, nell’Unione Europea. Una linea che segna un salto qualitativo nella centralizzazione classe/Stato, portando la lotta sul terreno continentale in un attacco comune, poiché pesare così con il massimo di forza e di mobilità sul nodo dove si condensano le contraddizioni, significa agire per renderle ingovernabili, è la possibilità di spingerle     fino al loro punto di rottura. E   questo è operare alla costruzione, nella più ampia unità di classe, delle forze indispensabili ad un’azione rivoluzionaria di massa”. (2)

 

 

1986

Dal 31 gennaio al 4 febbraio, a Francoforte, si tiene il Congresso della “resistenza antimperialista e anticapitalista dell’Europa occidentale”.

Febbraio. A.D. rilascia un’intervista al giornale rivoluzionario “Zusammen Kampfen”:

Una gran parte della concentrazione tecnologica e industriale è stata ottenuta fin dal 1982 con la nazionalizzazione della quasi totalità delle industrie orientate verso l’alta tecnologia (armamento, elettronica, informatica, robotica, aereonautica, nucleare, chimica e agroalimentare). Questi gruppi industriali legati agli altri “nazionalizzati” vecchi e nuovi (industria pesante, banca ...) costituiscono il settore pubblico...

Bisogna sapere che undici dei 14 gruppi industriali ”francesi” figuranti tra le 200 più importanti multinazionali mondiali, appartengono allo SPI e che le 184 ditte dello SPI rappresentano il 60% delle spese di ricerca e il 55% del personale di ricerca...

Lo SPI rappresenta per il padronato il luogo privilegiato all’elaborazione della nuova politica sociale ed economica, necessaria alla sua sopravivenza. E’ sotto la pressione del padronato -“Partito dell’ Industria”  che sono attualmente posti in essere gli attacchi alle fondamentali conquiste sociali storiche. Poiché è solo  attraverso la deregolamentazione degli statuti sociali, la flessibilità dell’insieme della produzione, la emarginazione di alcune organizzazioni sindacali e la partecipazione di altre, che sarà possibile allo SPI/”Partito dell’Industria” realizzare la strategia anti-crisi da cui dipende la globalità della strategia imperialista”. (Intervista a “Zusammen Kampfen”).

A.D. indica chiaramente gli assi delle future offensive “Colpire le articolazioni centrali che oggi legano la propria strategia politica, economica e militare, e in seno alle quali sono compresi e recepiti i più forti antagonismi della contraddizione capitale internazionale/borghesia imperialista !

La strategia del capitale è tesa a ricreare le condizioni per un duraturo aumento del profitto devalorizzando la forza lavoro. Cioè sfruttare di più i lavoratori e le popolazioni mondiali. Essa punta in questo modo a superare la crisi della borghesia a discapito dei proletari e delle loro famiglie, in fabbrica e nella vita quotidiana, con: una generalizzazione delle politiche d’austerità e dei piani di adattamento;

una diminuzione dei salari reali;

il sovraffollamento sul luogo di lavoro grazie ad una ristrutturazione dell’apparato produttivo; lo “one best way” e il “just in time” della depauperizzazione amplificata dell’attività di ogni lavoratore, il “kaizen” ovvero la pressione autogestita sul lavoro di gruppo, il “difetto zero” ossia tutta l’ergonomia intensificante l’estorsione reale del plusvalore;

l’aumento competitivo della produttività, la soppressione dei posti di lavoro, i licenziamenti dei lavoratori anziani, dei malati, degli handicappati, delle donne;

la precarizzazione dell’impiego, la invalidità, la cassa integrazione e il lavoro interinale, i contratti a tempo determinato;

la rimessa in causa della qualità dello Stato-previdenza, la diminuzione delle prestazioni sociali, dei sussidi, delle assistenze al l’alloggio, agli studi...

E’ un movimento generale di cui si constatano i principali caratteri di paese in paese, e un movimento che va di pari passo all’intensificarsi della pressione nelle relazioni imperialiste verso il Tricontinente.

Una autentica guerra di classe internazionale”. (9)

 

10 febbraio. Le BR-PCC giustiziano Lando Conti padrone della SMA e consigliere prossimo a Craxi, capo del governo italiano (ndT: in realtà era consigliere di Spadolini, dirigente del PRI, partito di Conti, già sindaco di Firenze).

Gli attuali processi di coesione politica e militare dell’Europa occidentale interni al rafforzamento globale dell’Alleanza, le dinamiche generali di rottura degli equilibri internazionali sull’asse della contraddizione Est-Ovest nella tendenza alla guerra: e 1 ‘approfondimento dello scontro imperialismo-antimperialismo, sono tre fattori che, con ancor più forza, spingono i rivoluzionari i proletari e i popoli sfruttati verso questa direzione. Cioè che con l’avanzare delle dinamiche imperialiste e la conseguente acutizzazione di tutti i piani della contraddizione, il fronte emerge sempre più come l’ organismo politico-militare più adatto allo scontro contro le politiche dell’imperialismo nell’area geopolitica.

La chiarezza degli obiettivi e il realismo politico nella formulazione della politica del Fronte, determinano il suo valore; un valore che va oltre l’unità immediatamente raggiunta perché questa formulazione apre una prospettiva politica allo sviluppo del fronte in tutta la zona geopolitica” (dichiarazione al processo dei militanti BR-PCC). (traduzione dal testo francese di Front, ndT)

15 aprile. Attentato contro Brana, vicepresidente della Confindustria francese, e presidente della Commissione economica e membro della direzione della Thomson S.A.

“Uomo del SPI, settore pubblico industriale, nel triumvirato degli industriali ... rappresenta e dirige il blocco SPI/”partito dell’industria”, motore della generale strategia “anti-crisi” che significa trust, concentrazione tecnologica e industriale, economia di mercato reaganiana, flessibilità, deregolamentazione sociale, individualizzazione delle politiche salariali, repressione antioperaia dentro e fuori la fabbrica”. (Comunicato di rivendicazione n.1)

Il commando “Christo Kassimis” (militante rivoluzionario greco caduto nel corso di un’azione internazionalista) avvia così la seconda offensiva di respiro continentale.

16 maggio. Il Commando “Kepa Crespo-Gallende” (militante del PCE(r)/GRAPO morto durante lo sciopero della fame dei prigionieri politici spagnoli nel 1982) penetra all’interno della sede dell’ Interpol, mitraglia diversi uffici e vi depone varie decine di chili di esplosivo.

Sarebbe idealista sottovalutare le trasformazioni qualitative che avvengono nelle strategie e strutture controrivoluzionarie nei diversi piani su cui si oggetivizzano, nazionale, continentale e a livello di sistema planetario...

L’esperienza di questi anni ha dimostrato che la lotta rivoluzionaria che si esprime in una specifica situazione, si affronta progressivamente con una controrivoluzione che contiene gli elementi quantitativi accumulati da tutto il sistema imperialista...

Il contenuto del modello generale della controrivoluzione imperialista è arrivato via via al grado di assunzione di una nuova qualità per la dimensione oramai stabilizzata e mondiale della lotta antimperialista e per la qualità delle contraddizioni sociali che la generano.

Questo cambiamento si è imposto dal fatto della ristrettezza dei margini di assorbimento e di flessibilità del sistema pianetario imperialista tenuto conto della stretta interconnessione che lo caratterizza e dei livelli sempre maggiori di omogeneità oggettiva e soggettiva dei processi di liberazione.

E’ questo che intendono quando dicono di essere “obbligati a convivere con il terrorismo”.

Nell’esigenza di definire un modello d’intervento capace di misurarsi con questa nuova dimensione dello scontro, la cultura e la politica della “lotta contro il terrorismo” e la strategia operativa contro i “conflitti di bassa intensità” hanno acquisito un peso e una centralità propri nella strategia controrivoluzionaria”. (Dichiarazione del collettivo Wotta Sitta, prigionieri politici italiani - traduzione dal testo francese di Front, ndT).

L’attacco contro l’attacco controrivoluzionario è una linea di intervento politico e pratico che è necessariamente presente in tutto il processo rivoluzionario, come lo è stato e lo è in tutte le lotte di liberazione. Questa determinazione era presente come un momento dell’offensiva del 1986: nell’attacco di A.D. contro l’Interpol di Parigi, nelle azioni delle unità combattenti della resistenza contro le BGS (Guardie di frontiera tedesche) e l’Ufficio Federale dei Servizi Segreti Interni.

Il più sofisticato apparato di repressione gira a vuoto quando la resistenza sviluppa la sua forza soggettiva nell’azione responsabile e nei rapporti coscienti che sono il nucleo di tutta la struttura di contropotere rivoluzionaria, e quando essa trova sempre nuovi metodi e forme di organizzazione e di lotta per imporre i suoi obiettivi contro la legalità controrivoluzionaria” (dichiarazione al processo in Germania).

9 luglio. Beckurts, dirigente Siemens e Presidente della potente Commissione Nucleare tedesca, è ucciso da una bomba che esplode al passaggio della sua auto. L’attentato è rivendicato dal commando “Margherita Cagol” della RAF (era una dirigente della colonna torinese, ferita in combattimento e finita dai carabinieri, il 5 giugno 1975).

“...Le dure lotte in tutta Europa contro la politica del nucleare e della guerra, contro la ristrutturazione economica e i “maxi progetti” del capitale che distruggono le condizioni di vita, contro la formazione, nelle scuole, di un personale e d’élite per le multinazionali e nelle università, e contro una tecnologia disumana. Nonostante tutto il loro potere violento, non sono ancora riusciti a trasformare la coscienza degli uomini nelle metropoli in modo tale che questi non siano più in grado di rendersi conto del proprio stesso annientamento e di rivoltarsi. Questi nuovi sviluppi cambiano le condizioni politiche per entrambi i contendenti, le forze rivoluzionarie e lo Stato. Dall’inizio di questo secolo nei centri capitalisti sono state mobilitate tutte le controstrategie possibili per congelare l’antagonismo. Il trasferimento della miseria delle condizioni esistenziali - materiali verso la periferia attraverso il colonialismo vecchio e nuovo, la guerra e il fascismo; la distruzione dei movimenti operai rivoluzionari e la scomposizione della classe operaia tradizionale; la cultura del consumo e la manipolazione scientifica; la socialdemocrazia e l’atomizzazione della società. Tutto questo, a parte l’obiettivo economico evidente e immediato di estendere e ottimizzare il profitto, aveva per i monopoli un preciso scopo politico: congelare nei centri l’antagonismo tra lavoro e capitale. Qui gli sfruttati non dovevano più avere coscienza delle loro condizioni, del loro particolare stato di miseria, essi dovevano perdere, grazie all’alienazione e all’individualismo, la capacità di avere dei rapporti sociali”. (Eva Haule)

 

21 luglio. Attentato contro la sede dell’ OCSE, rivendicata dall’Unità combattente Ciro Rizzato.

9 settembre. Il parlamento adotta leggi speciali antiterrorismo tra cui la costituzione di una sezione speciale della procura della Repubblica, prolungamento dei termini del fermo di’ polizia, giurisdizione con Giuria ”professionale”, pena di 30 anni.

10 ottobre. Il commando “Ingrid Schubert” della RAF giustizia Braumhul, direttore politico al Ministero degli Affari Esteri e importante figura della politica di formazione dell’Europa occidentale.

17 novembre. Il commando Pierre Overney giustizia George Besse, PDG della Renault, l’ ”Imperatore” come è stato chiamato dagli operai.

Uno ”sgrassatore” specialista nelle ristrutturazioni “energiche”.

L’efficenza tecnocratica di Besse era già considerata tale in seguito ai 34.000 licenziamenti effettuati alla Pechiney, durante il suo passaggio alla direzione di questa multinazionale, che era anche un’impresa del Settore Pubblico Industriale. La sua nomina alla testa della gestione Renault corrispondeva alla necessaria trasformazione della Renault in impresa al pari di una qualsiasi altra”... “La vita e la morte di George Besse sono state direttamente legate alla mesa a punto di nuove produzioni, alla concentrazione tecnologica di cui sono prodotto e conseguenza. Una vita e una morte strettamente legate all’ascesa dell’oligarchia tecnocratica, chiaramente motrice della instaurazione delle nuove strategie di sfruttamento e di oppressione. Contro l’imporsi di queste strategie anticrisi, le avanguardie comuniste attaccano con l’azione politica e militare la ricomposizione borghese, per rallentare la sua marcia e aggravare le sue contraddizioni interne e, così, indebolirla nella guerra di classe. Per queste avanguardie comuniste, Besse diveniva un obiettivo. L’azione del commando Pierre Overnay è così chiara, nello scontro tra borghesia e proletariato, che il sottotitolo di questa operazione potrebbe essere “cronaca di una morte annunciata”.Annunciata dalle devastazioni sociali della politica da buon tecnocrate che ha portato avanti. Annunciata dalle decine di migliaia di lettere di licenziamento. Annunciata dalla risposta operaia.Annunciata dai tribunali che condannavano i lavoratori che si battevano per il diritto al lavoro, il loro lavoro che è il mezzo di sopravvivenza per loro e le loro famiglie. Annunciata fino alle porte della fabbrica, come è scritto nel dossier.” (10)

L’esecuzione di Besse, la necessità dì giustizia proletaria, che essa costituisce, è stata annunciata., desiderata, auspicata, chiaramente espressa nelle decine’ di documenti sinistroidi o revisionisti sindacali.

Se la politica di Besse è applicata, ci saranno dei morti”. Il CNPF (la Confindustria francese, ndT) da parte sua, denunciava queste “campagne di odio”.

Oggi, d’obbligo il consenso politico e ideologico, è vietato porre una domanda diversa da questa, rassicurante: “Perché hanno ucciso un uomo così bravo ?”... Di fatto, l’azione del Commando Pierre Overnay è stata capita e ha portato i suoi frutti nella coscienza operaia ...(11) 

Sì, l’azione è stata popolare. Ma per saperlo, bisogna, fuori dai confini del vostro consenso, conoscere le manifestazioni e le cagnare nei reparti durante il minuto di silenzio imposto dalla direzione, così come all’ artiglieria, il vecchio reparto alle macchine utensili di Billancourt, del nostro compagno Georges (Cipriani). Compresa dagli operai della Renault ma anche dal complesso della classe operaia attaccata dai piani e progetti dei tecnocrati e della borghesia ...” (dichiarazione al processo dei militanti di A.D., 1989)

3 dicembre. Apertura a Parigi del processo a molti militanti per la sparatoria di Viale Trudaine. In capo ad una settimana, il processo è interrotto dopo la rinuncia di molti giurati.

Lo Stato approfitta della campagna mediatica intorno alla sospensione di questo processo per rendere retroattive le leggi speciali di settembre. D’ora in avanti tutti i processi politici, quali che siano le epoche dei fatti incriminati, si svolgeranno davanti alle Corti d’Assise speciali.

 

1987

21 febbraio: Nathalie Menigon, Joelle Aubron, Jean Marc Rouillan e Georges Cipriani sono catturati a Vitry aux Loges (Loira)

 

(1) Intervista, 1982; “82, dal summit di Versailles al Libano

(2) “La questione europea nella lotta rivoluzionaria oggi”, dichiarazione processo Besse, giugno ‘94

(3) “Continuità di un progetto comunista” (1983) pubblicato nel la rivista “L’Internationale”.

(4) Dichiarazione dei militanti di Action Directe al processo di Milano, 1992, uscito su “Front” n.2.

(5) “A proposito degli arresti”, chiarimenti (aprile 1984)

(6) “Un compito rivoluzionario, il combattimento internazionale”(febbraio 1984)

(7) La principale operazione dei COLP rivendicata è stato l’attacco alla prigione centrale di Rovigo e la liberazione di quattro militanti della guerriglia, il 3 gennaio, 1982. “Organizzare, praticare e diffondere la liberazione” .

(8)  “Questo è l’internazionalismo”, testo pubblicato su “L’Internationale” n.1, ottobre 1983.

(2) (9)  “Unità dei rivoluzionari in Europa occidentale”, dichiarazione al processo Audran.

(3) (10)  Nella pratica giudiziaria erano state riportate delle discussioni tra operai alle porte delle fabbriche e nel quartiere di Billancourt, durante le quali erano state proferite delle minacce e delle felicitazioni all’azione contro Besse. Fatti confermati dall’indagine di un quotidiano italiano.

(14) (11) Il manifesto “Dopo Besse, a chi tocca ?” con una foto del PDG attuale segnata come un bersaglio in mezzo alla fronte, pubblicato dagli operai della Renault Vilvorde, quest’inverno dopo l’annuncio della chiusura della fabbrica, lo dimostra. Rende esemplarmente questa appropriazione. dell’azione del commando Pierre Overnay quale azione della classe stessa, come facente parte della lotta di questa classe, della sua memoria collettiva europea, di esserne stato un momento rivoluzionario.

N.B.:*  PDG = Presidente e Direttore Generale.

            QHS = Sezioni di Alta sorveglianza nelle carceri francesi.

(traduzione di un prigioniero e di una prigioniera politica)

(marzo 1998)